Collaboriamo con il giardino vulcanico La Lupa (Orto y vivero) per il recupero di semi vegetali ancestrali
Il regista più coinvolto nell’agricoltura naturale degli ultimi anni sta lavorando al suo ultimo film, The Last Worlds, girato in cinque parti diverse tra Europa e Asia.
Tuttavia, non parlerò di quel film, ma del suo progetto più ambizioso e naturale.
Questo inizio del mese, ho avuto l’opportunità di partecipare ad un progetto unico sulle colline che dominano il Lago di Bolsena, al confine tra Alto Lazio, Umbria e Toscana, il cuore della civiltà etrusca riconosciuta (non solo per la sua capacità militare ) tra i popoli antichi, per la loro affinità con l’agricoltura, l’artigianato, l’arte e la ricchezza del suo commercio con tutti i popoli del Mediterraneo.
Jonathan Nossiter: nato negli Stati Uniti nel 1961 e cresciuto a Parigi, ha studiato belle arti prima di dedicarsi al teatro e al cinema. Gusto y poder (2009) è stato il suo primo libro, tratto dalle riprese del suo documentario Mondovino (2004). È un sommelier a New York, Parigi e Rio de Janeiro, ma il suo amore per la terra e il risorgere dell’agricoltura naturale lo hanno portato a stabilirsi a Bolsena quest’anno e a creare questo progetto.
Tra gli altri ha girato Resident Alien in (1991), Sunday (1997), Signs and Wonders (2000), Resistenza Naturale (2014) e nel 2008 ha prodotto il documentario di Paula Prandini, Il Vino Inmigrante sul problema del vino naturale in Brasile.
Sempre coinvolto in cause a favore dell’agricoltura priva di sostanze chimiche, Jonathan è un difensore ribelle del vino naturale, senza raggiungere i radicali, ritiene che l’agricoltura naturale e biodinamica sia l’unica speranza di invertire il disastro che è stato creato nel secolo scorso .
L’atto agricolturale: l’agricoltore che impara a lavorare senza dipendere dall’industria agrochimica e trasmette quella conoscenza.
Questo progetto è tanto meraviglioso come semplice: Jonathan Nossiter, scrittore, contadino e regista (riconosciuto a livello mondiale principalmente per Mondovino 2004 e Natural Resistance 2014) e Massimiliano Petrini, professore e contadino di permacultura, artigiano e pescatore di Bolsena, cercano di recuperare e dare vita a frutta e vegetali ecologici/ancestrali provenienti da diverse origini, che agricoltori insurrezionali hanno portato negli ultimi anni al vino naturale e cereali antichi.
Il giardino vulcanico La Lupa, si estende in terre mai toccate dalla chimica sulle rive del lago di Bolsena, dove Jonathan ha trovato un pezzo di terra abbandonato per 30 anni e precedentemente coltivato in modo naturale, possiamo quindi dire che questa è una terra fertile e pulita da prodotti di sintesi, dove la ricchezza della storia dell’orticoltura del centro italiano si incontrerà con l’opportunità di fare un viaggio attraverso altre regioni, differenti paesi con svariati vegetali ancestrali.
[one_half]
[/one_half][one_half_last]
[/one_half_last]
In una serra installata nei pressi della cascina siamo stati invitati a mettere il nostro granello di sabbia, piantando semi che sono stati cercati e condivisi da parte delle banche del seme di diverse università italiane, da parte di agricoltori biodinamici/ecologici e produttori di vino naturale in tutto il mondo; e in un campo aperto affacciato sul lago abbiamo piantiamo alberi da orto anche qui grazie ad antichi semi; semi vivi, non ibridi proveniente dall’industria agrochimica.
[one_half]
[/one_half][one_half_last]
[/one_half_last]
Così, tra amici, abbiamo iniziato quest’anno a coltivare, fra tutti i presenti pionieri dell’agricoltura naturale in Italia, Stefano Bellotti di Cascina degli Ulivi fondatore e presidente di Reinassance de las Apelacions Italia, Giovanna Tiezzi e Stefano Borsa di Pacina, conosciuta in tutto il mondo per la sua agricultura e vini naturali, Enzio Cerruti maestro del moscato libero in Piemonte, Mina del Prete, viticultora naturale di Puglia, l’argentino Juan Pelizzotti viticultore biodinamico e d’altri che erano venuti prima e dopo il mio arrivo.
[one_half]
[/one_half][one_half_last][/one_half_last]
Tutti collaborarono portando semi, nel mio caso ho avuto l’onore di portare semi di antiche specie catalane donate a me da Joan Salicru Giralt.
Tra questi semi liberi dalla chimica, puri e biodinamici c’erano: Bassa Judia, Judia alta, Haba país, Haba reina mora, Guisantes e una specie di mais antico che Joan creò per il consumo umano e animale. Tutti questi semi sono ecologici e biodinamici senza quimica.
Esistono eccellenti reti di scambio e banche di semi in tutto il mondo, dedicate alla salvaguardia della biodiversità orticola, ma, d’altra parte, ci sono pochissime realtà che coltivano vecchi semi che si occupano anche della loro trasformazione in vivai di piante da orto.
Nel vivaio La Lupa ci sarà una doppia coltivazione, da un lato, un museo dal vivo, una rivendicazione della memoria storica dell’orticoltura italiana e di altri paesi e, dall’altro, un’entità agricola che offrirà a tutti l’opportunità di popolare i campi di piante e semi che non sono stati toccati da l’industria agrochimica.
Infatti, anche nella stragrande maggioranza dei vivai biologici, le piante “eco” provengono da semi ibridi o geneticamente modificati.
Che senso ha fare agricoltura biologica se già dall’ origine é anti-biotica?
[one_half]
[/one_half][one_half_last]
[/one_half_last]
La Lupa cercherà di trasmettere lo spirito del lavoro di Jean-François Berthellot, nel sud-ovest della Francia si trova il museo del grano vivente, un campo sperimentale in cui crescono 300 varietà di vecchi cereali recuperati in 40 anni anni di ricerca, nella Lupa, la classificazione non sarà fatta per varietà di specie ma per regione in cui appartiene. In questo modo i rapporti tra gli ortaggi e le varietà autoctone saranno considerati in un contesto prevalentemente regionale, in cui le regioni non sono divisioni amministrative, ma bensí prova di diversità culturali e agricole.
Sono stati 3 giorni intensi, un’esperienza straordinaria, condividendo momenti unici con amici e persone provenienti da diverse parti del mondo per piantare un bosco unico, bevendo in compagnia vini sani in un tavolo pieno di sorrisi, esperienze di vita, spontaneità e insurrezione.
[one_half]
[/one_half][one_half_last]
[/one_half_last]
Data l’ambiguità scientifica di ciò che può essere chiamato “seme ancestrale”, ‘’anticho’’ o ‘’autenticho’’ sono stati fatti cartelli per riconoscere il lavoro di tutti gli agricoltori, persone, istituti o università che hanno fornito o agito come un canale per trasmettere questi semi ancestrali collocati nel luogo di semina, nell’orto si trovano cartelli che denominano le varietà di ogni pianta.
Nelle parole di Jonathan
“Questi semi racconteranno storie umane, culturali e storiche: altamente personali e soggettive, ogni pianta porterà la storia di queste persone, una autenticità elastica e democratica. Perché l’aspetto della trasmissione tra le persone è parte della bellezza del patrimonio culturale di ogni vegetale”
Sabato 28 aprile sarà l’apertura di Vivero Vulcanico La Lupa dove sarà possibile acquistare i primi germogli e piante. Ci sarà una festa con i vini di Ajolá e i migliori formaggi del Secondo Alto Piano.